La Via Della Montagna
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La via della montagna, di Alberto M. Franco
“La Via della Montagna” ripercorre le tappe dell’evoluzione dell’alpinismo dolomitico dall’inizio delle prime esplorazioni a metà del secolo XIX agli anni ottanta del XX, raccontando come nell’arco di centotrent’anni i primi esploratori e cacciatori di camosci siano diventati scalatori sempre più abili e temerari, fino a dedicarsi totalmente, anima e corpo, al raggiungimento di un traguardo che non era più la vetta, ormai già esplorata, bensì un’ascensione tecnicamente sempre più ardua. Ma se la cronaca ha registrato puntualmente il prodigioso e progressivo spostamento in avanti del limite delle difficoltà celebrando l’ultima e più estrema scalata come un frutto saporito e sorprendente delle molteplici risorse umane, la storia, a posteriori, non può non tener conto della fertilità e della cura del terreno da cui questo frutto è stato generato. Allora si scoprirà che a spargere il seme di una passione così forte, alimentata sì da smanie esplorative e da aneliti di gloria effimera, ma anche da quel bisogno di espansione e di elevazione fisica e spirituale che appartiene all’incertezza e alla caducità umana, furono gli intellettuali e che furono Venezia e Trieste paradossalmente i porti di partenza dell’alpinismo italiano; che proprio sulle Dolomiti si sviluppò il concetto di sport dell’arrampicamento e che le stesse divennero poi la palestra di quegli scalatori formidabili che salirono sulle vette più alte e più difficili della terra. “La Via della Montagna” ripropone gli avvenimenti salienti collocandoli all’interno del contesto storico, sociale e politico delle varie epoche, senza trascurare l’elemento individuale, e quindi psicologico, dei protagonisti: le ispirazioni e le forzature, i sentimenti autentici e l’emulazione, il puro piacere dell’arrampicata e il furore della conquista, la voce interiore e i condizionamenti esterni. In due parole: la poesia e la prosa dell’alpinismo.
Note Biografiche
L’autore è nato a Mira (VE) e vive e lavora a Treviso, impiegato presso la Provincia di Treviso nel settore turismo. Frequenta da oltre vent’anni la montagna, specialmente quella dolomitica, dove ha compiuto circa 250 ascensioni tra cui alcune vie classiche di notevole prestigio e impegno tra cui la Comici-Dimai alla Cima Grande e lo Spigolo Giallo alla Cima Piccola nel gruppo delle Tre Cime di Lavaredo, la Carlesso-Menti alla Torre di Valgrande in Civetta, l’Armani-Friederichsen alla Cima Brenta, la Navasa-Dal Bosco-Baschera alla Rocchetta Alta di Bosconero, la Costantini-Ghedina al Pilastro di Rozes, la Tissi, la Andrich e la Ratti alla Torre Venezia, la Frisch alla Pala del Rifugio. Da cultore della storia e filosofia dell’alpinismo, collabora con le principali riviste del settore (La Rivista del Club Alpino Italiano, ALP, Le Dolomiti Bellunesi, Quota 864). Grazie al libro “La Via della Montagna” è entrato a far parte del GISM (Gruppo Italiano Scrittori di Montagna), l’accademia italiana della letteratura d’alpinismo.
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