Perché si arrampica

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Rock Climbing
 
di Bruno Barbieri
 
È interessante scoprire che ogni climber dà una sua giustificazione, quando viene interrogato sui perché della sua amata attività. Ci sono molte ragioni, e d’altra parte ci sono molti modi dell’andar di croda.
Ci sono quelli che hanno bisogno di dimostrare di essere più bravi (categoria dei depressi);
ci sono quelli che ci vanno perché per loro la montagna agisce come una sorta di lavaggio del cervello: quando arrampichi devi pensare alla tua pelle e quindi non hai il tempo per rimurginare sugli altri problemi (categoria metafisici); ci sono quelli che ci vanno per contemplare la montagna (categoria idealisti).
C’è poi la categoria dei letterati, cioè di quelli che sono rimasti affascinati da una lettura di un libro di montagna, e hanno pensato di dedicarsi in prima persona alla ricerca di ciò che hanno trovato in quel libro. In fin dei conti l’alpinismo non esisterebbe senza le memorie degli alpinisti: molte vie vengono percorse più per quello che hanno significato nella storia dell’alpinismo, che per la bellezza in sé dell’itinerario.
Poi ho pensato … chissà se qualcuno si è iscritto ad un corso roccia dopo aver visto un film?

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