Soccorso alpino a pagamento: dopo la Lombardia, anche in Veneto?
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La Regione Lombardia ha preso la decisione ufficiale di imporre un ticket sui soccorsi in montagna se non motivati da una effettiva emergenza. Le tariffe sono ancora da definire, ma certo è che se il soccorso è dovuto a “comportamenti imprudenti o negligenti”, se non segue un ricovero o se il ferito verrà accolto in ospedale con codice bianco, costui dovrà contribuire alle spese sostenute per il suo recupero. E se si tratta di elisoccorso, si parla di migliaia di euro.
A stabilire se gli interventi di soccorso siano giustificati o meno sarà, a quanto pare, la Centrale Operativa sede dell’elisoccorso che effettua l’intervento, in coordinamento con l’equipe di soccorso sanitario, se questa sarà presente. Per le negligenze sarà difficile stabilire i limiti, ma a quanto sembra i parametri di riferimento saranno le linee guida del CAI sul comportamento in montagna.
“La Giunta regionale, entro 120 giorni dall’entrata in vigore della legge, sentiti l’AREU (Agenzia Regionale per l’ emergenza urgenza) e il CNSAS (Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico stabilirà con apposito regolamento il piano tariffario dei servizi di soccorso sanitario e non sanitario. In ogni caso il richiedente non potrà pagare più del 50% del costo effettivo del servizio e saranno esentati dal pagamento coloro che già allo stato attuale lo sono per le prestazioni sanitarie di pronto soccorso; per i residenti in Lombardia è prevista una ulteriore riduzione del 15% sul costo a carico” [Fonte: CAI Bergamo].
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